Skyrace Alpi Apuane 2013

AVVENTURA TOSCANA


Il racconto della mia prima Skyrace fuori dalla Lombardia non può che partire dalla fine, ovvero dalla prima premiazione in vita mia! 31° cat. Assoluti, 39° generale su quasi 200 anime, chiamata sul palco (premiavano i primi 40 assoluti) e stretta di mano col sindaco...che vuoi di più? Mi son detto. Già...peccato che l'avventura sia iniziata molto, molto tempo prima...
 
Venerdì 12 Luglio, h.11.30, km 16 dell'Autostrada A15 della Cisa, corsia di sorpasso. Tutto avrebbe potuto essere già finito prima ancora di iniziare. Pedale della frizione, scalata, schiocco secco e dei pezzi di plastica mi cadono tra i piedi. Grande spavento e riparo in prima corsia, provo le marce, entrano tutte, ma il pedale cigola terribilmente e la molla sembra dover saltar fuori ad ogni momento.
 
Va bene, mi dico, calma...metti sesta che tanto la strada è libera, e fino al mare ci arriviamo. Nel frattempo cerco in google un concessionario Alfa, e ne trovo uno, a Sarzana, paesino limitrofo a Fiumaretta di Ameglia, dove ho base per questi 4 giorni di mare che partono col piede sbagliato. Appuntamento per le 14.30, al quale arrivo col cuore in gola...se non mi sistemano subito la macchina la gara è a fortissimo rischio. Prova, sbirciata, smontaggio e diagnosi: uno dei due supporti guida molla si è spezzato in due, un maledetto pezzettino di plastica gialla, quadrato, di lato mezzo cm sta rischiando di mandare a monte un'avventura programmata da mesi.
 
Ma, dato che non c'è mai limite alla sventura, il post diagnosi è ancora peggio: miglior consegna di un pezzo nuovo lunedì pomeriggio h.15.00, quando la Sky delle Apuane sarà soltanto un ricordo. Inizia così l'opera di vaglio di tutte le possibili ipotesi, mentre la gentilissima signora del concessionario si fa in quattro per trovare un'auto sostitutiva disponibile di venerdì pomeriggio.
 
Ad un bel momento, non si sa bene come, ecco che compare una Kia Picanto verde pisello disponibile dopo le 18.30 e libera nel week-end....la gara è salva! Così, dopo un'attesa interminabile, me ne torno in appartamento con rinnovato ottimismo, della serie: ma chi mi ferma! Ma una volta dentro, doccia fredda...la piccola ha la febbre alta dopo una giornata di mare, e non mi va molto di lasciare sola mia moglie quasi tutta domenica, anche se lei, mio angelo, insiste per farmi andare.
 
Così, dopo una notte di valutazioni, domenica mattina h.6.20 sono pronto ad affrontare i 90 km che mi separano da Gallicano, e gli oltre 23 di gara. Parto forte, ma in autostrada passati i 110 Km/h vibra tutto, e la piccola Kia mi invita alla prudenza. Guardo il navigatore e sorpresa, mi fa uscire dopo pochissimo, a Massa. Ma come? Da google mi sembrava di dover scendere fino a Lucca per poi risalire...boh, avrà le sue buone ragioni.
 
Buone ragioni che capisco poco dopo, quando, perso nella viabilità del centro di Massa appena rivisitata, mi ritrovo su di una strada stratta che mi sta portando palesemente fuori percorso. Inversione appena posso ed orario stimato di arrivo da navigatore alle 8. Da notare che poi da Gallicano bisognerà attendere la navetta fino al piccolo paesino di Fornovalasco...auguri!
 
Finalmente, dopo una pericolosa inversione ed una massiccia dose di invocazione di Santi, mi metto sulla strada buona (per il navigatore), ma mi rendo presto conto che questi 65 km non saranno banali. Strada divertente, nulla da dire, ma quando hai fretta, sei teso per la gara, e sei sperduto in luoghi a te stranieri, la cosa passa in secondo piano. Per la cronaca: la strada si inerpicava dal mare sino ai 1061 mt del passo del Vestito, per poi ridiscendere a Castelnuovo di Garfagnana, risalire a Monterotondo, e giù ancora all'agognato arrivo: il ritrovo ai campi sportivi di Gallicano, dove giungo già stanco. Sono le 8 meno 10, ho recuperato dei buoni minuti, e c'è ancora gente in fila ad aspettare la navetta...o almeno, così sembra.
 
Dopo un buon quarto d'ora di attesa infatti, qualcuno inizia a chiedersi se il posto è quello corretto, poichè di pullmann nemmeno l'ombra. Altri 5 min e tutti abbiamo la certezza: il posto è dall'altra parte dell'impianto! E via, un buon riscaldamento in borghese e con la sacca in spalla...e di la un'altra massa di gente in fila ad aspettare.
 
Ore 8.25...arriva la navetta, ma è un bus piccolissimo, e saliamo in una ventina, tutti pigiati come su un carro bestiame. Ma si sa, questi toscani hanno l'allegria in corpo, e i 25 min di viaggio si trasformano in un fiume di risate. Tutti sono su di giri, e sembra di conoscersi da una vita! Ma ecco finalmente Fornovalasco...dopo 3 ore esatte dalla sveglia del mattino, mi inerpico fino in cima al paese dove ritiro il pettorale, mi cambio, deposito la borsa e telefono a casa: la piccola è sfebbrata e stamattina sta già bene...la notizia che aspettavo per liberare la mente e concentrarmi solo sulla gara.
 
Ore 9.30: si parte! Ed è subito salita, fin dal primo centimetro! Ma c'è qualcosa di diverso...io come al solito sono partito in mezzo al gruppone, e adesso me ne sto pentendo. Il tracciato è subito un bel single track nel faggeto, molto corribile, ma ostruito dai runners meno veloci. Qui la competizione non è esasperata come da noi, nessuno spintona, nessuno usa i gomiti larghi...tutti in fila indiana come bravi soldatini! Devo quindi inventarmi alcuni sorpassi al limite, con buona pace degli autoctoni ma si sa, io qui sono forestiero, e la mia retro-scritta sulla maglia lo certifica!
 
Passa il tempo, e siamo sulle roccette sotto al Monte Forato, tratto aereo e molto caratteristico, dove si sale con le mani, fino a sbucare al cospetto di questo monte col buco che, ad essere sincero, in piena trance agonistica non vedo nemmeno. In poco tempo siamo su un saliscendi tutto in cresta, sotto il sole cocente, fino al ristoro posto a Foce di Valli. Da qui inizia un lunghissimo traverso, con tratti esposti attrezzati con corde fisse, fino al rif. Rossi in cui, nell'ultimo tratto, si percorre lo stretto sentiero incrociando gli atleti che tornano verso il bivio per la Pania.
 
Ristoro, sguardo in su, e ripartenza...1h 38', non so giudicare se sia un buon tempo o no, vedremo! Per il momento sto molto bene, non ho mai forzato, ho corso dove si doveva e mi sono idratato regolarmente. Sono pronto a quella che gli autoctoni chiamano l'immane salita, la Pania della Croce! Salita che si rivela invece molto piacevole...il sole è stato coperto da un'amichevole nube, e il sentiero sale docile, con ampi traversi e numerosi tornanti.
 
Alla fine sono in cima, striscione e tifo da stadio...tutto molto bello, sembra di essere ad un piccolo Giir di Mont! Tempo 2h 20', mai in nessuna gara una salita così lunga! E da qui ci sono ancora 11 km di discesa, dapprima molto tecnica, nel Vallone dell'Inferno, una pietraia al limite del corribile, e successivamente nel prato e nella faggeta. Continuo a superare runners, e la cosa mi sembra abbastanza strana perchè di solito in discesa è il contrario, e per di più non mi sto nemmeno scannando! Mi godo così il bosco, forse il tratto più divertente di tutta la corsa, corribilissimo, sgombro da sassi smossi, nessuna radice assassina....davvero molto bello!
 
Sbuco su una strada che, da sterrata, diventa asfaltata per un paio di km, e che mi porta ad un ristoro e all'attacco di una salita nel bosco. Crono 3h 03', e i volontari mi dicono "si si, manca un quarto d'ora!". Cosa?? Mi dico....accidenti dai che riesco a chiudere sotto le 3h 30'! E riparto di slancio.
Pezzo di saliscendi stupendo in faggeta, che affronto a tutta, fino a giungere di nuovo sulla strada asfaltata. E li scorgo un altro ristoro...strano, mi dico, dovremmo essere quasi arrivati, che ci fanno questi qui sotto al sole? Arcano svelato in un attimo, 3 km mancano, ed uno di questi sarà il famoso strappo in salita nel bosco.
 
Riparto, ma con il morale sotto alle suole, perchè fin qui il tempo è 3h 15', e di sicuro non correrò 3 km a 5 min/km...anzi! Così mi ributto nel bosco, ma qui il fondo è brutto, pericoloso, sconnesso. Sento che la concentrazione sta per essere sopraffatta dalla stanchezza, e quando non sei più lucido ogni discesa diventa insidiosa. 40esimo assoluto mi hanno detto al ristoro...e davanti a me all'improvviso scorgo quella che si rivelerà poi essere la seconda donna....che supero di slancio.
 
Ancora un paio di curve, due passaggi in due torrenti, ed eccolo li...lo strappo in salita! Da sotto appare un lungo traverso in salita, con il sole cocente che filtra dagli alberi ed un afa insopportabile. Fortunatamente ho ancora acqua con me, ma sento tutto l'acido lattico nelle gambe mentre lo affronto e, peggio ancora, dietro di me scorgo in lontananza un runner che si avvicina. Mi faccio forza, raschio il fondo del barile...controllo il crono: 3h 30'...obiettivo sfumato. E per di più adesso sono lentissimo.
 
Ma non fa nulla, ormai la mente è concentrata solo verso la fine della salita...che appare all'improvviso, gettandomi sull'asfalto, mentre il ragazzo dietro a me mi ha ormai preso. La cosa positiva è che quest'ultimo tratto sarà tutto in discesa, con spiccata pendenza, dove posso lasciare andare le gambe e riprendermi un attimo. Affrontiamo la prima metà di asfalto io ed il runner sconosciuto, ma noto con piacere che nemmeno lui ne ha più molte. Si accoda e resta li, senza tentare nessuna sortita.
 
Ad un certo punto, in pieno delirium tremens da discesa, sento dei passi dietro a me, ed in un attimo mi vedo sorpassare dalla ragazza che avevo bruciato nel bosco. Sono basito...ma da dove spunta questa?? Non faccio in tempo a farmi tale domanda che la vedo portarsi la mano al fianco. Buon segno, mi dico, ora dovrà per forza rallentare. E così è...curva strettissima a sinistra che ci immette negli ultimi 200mt di discesa ripida in mezzo al paese, la infilo, chiudo gli occhi, e spingo al massimo, non accorgendomi di aver tagliato il traguardo e fermandomi finalmente sotto allo striscione di partenza. (scoprirò poi che l'arrivo era una ventina di metri prima, ma che la scritta "ARRIVO" era rivolta verso il lato sbagliato!).
 
Morale: tra me e la pink runner metto 7 secondi, e riesco a chiudere 39esimo assoluto, con la soddisfazione, per la seconda volta quest'anno, di non essere stato agnello sacrificale in discesa! Ristoro, birretta, e piedi nel torrente gelido, circondato dalla festa che caratterizza ogni gara di questo sport stupendo, nel quale sono riuscito anche questa volta ad essere amico di tutti dopo l'arrivo: un sacco di persone simpatiche, come solo i Toscani sanno essere! Un grazie speciale infine a Francesco e a suo padre, che mi hanno evitato ore di attesa al bus navetta regalandomi un passaggio in macchina fino a Gallicano.